VANTAGGI

UNUM SENTIRE” tra la VAL CHIAVENNA e la
VAL MESOLCINA: RAGIONI STORICO-CULTURALI ed ETICHE

MAI DISMESSE

Nemmeno la costruzione della Strada A13, che andava a privilegiare una linea Nord-Sud, ha scalfito il bisogno di mantenere saldi e vivi i rapporti socio-culturali ed economici tra la Val Chiavenna e la Val Mesolcina, tant’è che (pur con le inevitabili mutazioni generazionali) i rapporti tra le due realtà vallive sono rimasti attivi o addirittura si sono intensificati attraverso anche “scambi matrimoniali” o ricerche di natura storico-culturale tendenti a rafforzare l’unità d’intenti mai dismessi nonostante gli alti e bassi del fluire della storia comune.

Non per nulla il poeta Bertacchi, con la già citata poesia “Inno allo Spluga” invita l’Italia e l’Elvezia ad innalzare dal valico un inno comune: “Avanti…salite…dai due versanti”.

Ovviamente il collegamento ipotizzato non risponde solo alla necessità di soddisfare un intimo bisogno dello spirito alla ricerca di questo “unum sentire”.

I VANTAGGI di un COLLEGAMENTO più AGEVOLE

tra EST-OVEST e NORD-SUD

Evidenti e forti sarebbero le ricadute di natura economica. Il raccordo est-ovest andrebbe altresì ad intercettare e a potenziare quello nord-sud, già esistente, producendo innegabili vantaggi sia sul piano internazionale, favorendo ed intensificando i rapporti commerciali tra le province di Sondrio, di Lecco, di Bergamo e Brescia con i Cantoni del Grigione e del Ticino.

Parimenti verrebbero ad essere intensificati i rapporti interni con le Regioni grigionesi sia della Mesolcina, della Calanca, della Bregaglia e di Poschiavo e dell’intera Engadina.

Non possono essere sottaciuti i vantaggi di più ampio scenario a nord (Bregenz, Monaco e Stoccarda) e a nord-ovest (Zurigo-Basilea-Francoforte e il San Gottardo) in ciò assecondando pienamente le “raccomandazioni” della sopramenzionata Carta della “Nuova Rete Centrale TEN-T” e dei già citati 9 corridoi principali.

COLLEGAMENTO REGIONALE ed INTERNAZIONALE

In buona sostanza il raccordo stradale che si auspica con il presente progetto va a potenziare e migliorare il collegamento regionale (dove per “regione” si intende quella “macro-regione” composta da Ticino, Grigioni e Lombardia) assicurando indiscutibili vantaggi dal punto di vista economico e turistico alle valli e convalli (italiane e svizzere, tutte di grande attrattività paesaggistica) lambite ed interessate da questo complesso itinerario, coniugando, in tal modo, la necessità di un più facile collegamento con l’impellente urgenza di tutelare l’ambiente.

Parimenti vantaggi palesi ed incontestabili miglioramenti verrebbero assicurati ai collegamenti internazionali dalla Germania Meridionale verso l’Italia del Nord, passando attraverso la Svizzera Orientale (tramite la A13, fino a Como) e quella Settentrionale (con il raccordo Mesolcina-Valle Spluga, da Lecco fino a Venezia e alla costiera Adriatica) alleggerendo il traffico proveniente dalla N2, che confluisce, a sua volta, nel già congestionato tratto Bellinzona-Chiasso-Como-Milano.

DIRITTO al LAVORO: OBBLIGO COSTITUZIONALE non sempre PROMOSSO e TUTELATO

-SI AGEVOLI ALMENO la VIABILITA’ TRANSFRONTALIERA-

Nei “Principi fondamentali” della “Costituzione della Repubblica Italiana”, all’art. 1 si afferma testualmente: “l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro” e all’art. 4 poi si prevede che: “la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove tutte le condizioni che rendano effettivo questo diritto”.

Dal 1° gennaio 1948 (data di entrata in vigore della Costituzione Italiana) ad oggi i lavoratori residenti in Provincia di Sondrio, o quelli delle realtà ad essa vicine appartenenti alle Province di Bergamo, di Brescia, di Lecco, di Como e di Varese che si recano in Svizzera per trovare lavoro ed occupazione, sono aumentati in modo esponenziale. Di contro lo Stato Italiano, in questi ultimi 60 anni, non è che abbia fatto molto per la promozione del “diritto al lavoro” e per attenersi al dettato costituzionale dei precitati artt. 1 e 4.

Faccia ora almeno qualcosa per rimuovere o ridurre gli ostacoli e i disagi che intralciano la viabilità transfrontaliera e di conseguenza la mobilità lavorativa.

I lavoratori o i frontalieri, provenienti dalla province lombarde sopramenzionate, per recarsi al lavoro in Svizzera, utilizzano, in andata e ritorno, tutti la dorsale Milano-Como-Chiasso-Bellinzona, già intasata di suo e al limite del collasso.

Offrire un’alternativa più breve, agevole e praticabile in tutti i giorni dell’anno (anche d’inverno):

– da un lato costituirebbe per i lavoratori una sorta di doveroso (anche se tardivo)
risarcimento”,

– dall’altro andrebbe a razionalizzare il flusso dei traffici veicolari, distogliendoli, in
parte, dalla sopramenzionata dorsale Milano-Chiasso-Bellinzona, grazie, per l’appunto, alle opportunità che potrebbe offrire il
tunnel Campodolcino-Mesocco.

La realizzazione del collegamento in parola otterrebbe di riflesso pure il risultato di rilanciare l’economia (anche turistica) di due realtà vallive (italo-svizzere), con ricadute particolarmente positive per l’intera Valchiavenna, la Bassa Valtellina e l’Alto e Medio Lario.

VANTAGGI COLLATERALI

Il raccordo in parola tra la Mesolcina e la Val Chiavenna permetterebbe il già citato interramento delle varie infrastrutture via cavo e soprattutto l’interramento della linea elettrica di trasmissione ed interconnessione della rete svizzera a 380 KV, che dalla Centrale di Soazza (CH), con un elettrodotto aereo, attivo da anni e particolarmente impattante, lungo circa una decina di km, in territorio svizzero ed italiano, giunge, attraverso il Passo della Forcola in prossimità di Mese (Valchiavenna) per proseguire poi fino alla centrale di Bovisio (MI).

MOTIVAZIONI per l’INTITOLAZIONE del TUNNEL a

SAN LUIGI GUANELLA

Non sono di certo ragioni campanilistiche (di nazionalità, di origini, essendo nato a Campodolcino) o di religione che ci farebbero propendere ad intitolare il tunnel a San Luigi Guanella.

Solo in parte sarebbero quelle da individuare nel fatto che nel 2015 ricorre il primo centenario della sua morte; ma sono soprattutto quelle che individuano in Don Luigi Guanella quel convinto assertore delle ragioni (storiche, etiche e sociali) che uniscono la comunità della provincia di Sondrio con quelle del Canton Grigioni. Infatti Don Luigi Guanella realizzò centri di sostegno ed assistenza per vecchi, disabili, non abbienti ed emigrati nel Canton Grigioni, in Bregaglia, nel Moesano e nel Canton Ticino, rendendo così plasticamente palpabili quegli elementi di forte coesione e comunanza che per secoli hanno unito queste due realtà, così affini tra loro in fatto di visione etica, di dedizione al lavoro e di attaccamento alle proprie radici ed origini.